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Il dotto arterioso pervio (PDA)è una patologia congenita data dalla mancata obliterazione del dotto arterioso, struttura che mette in comunicazione la circolazione sistemica (aorta ascendente), con quella polmonare (arteria polmonare) durante la vita fetale. Normalmente la chiusura è determinata da meccanismi che si instaurano nelle prime fasi di vita extrauterina, i quali contribuiscono alla sua trasformazione in legamento arterioso, presente nell’animale adulto.
Nei soggetti in cui il dotto arterioso di Botallo rimane funzionale si ha il passaggio di una quota di sangue dall’aorta, distretto a più alta pressione, all’arteria polmonare e quindi il suo ritorno a livello di cuore sinistro.

Sintomatologia e clinica
Il quadro sintomatologico e clinico dei soggetti con PDA varia in funzione delle dimensioni del dotto e della quota di sangue che lo attraversa. Dotti con diametro minore possono dare quadri asintomatici, dove gli unici rilievi clinico strumentali saranno un soffio definito di tipo continuo, ed una modesta dilatazione dei settori sinistri del cuore. Nei pazienti con dotti di dimensioni più ampie si possono manifestare sintomi relativi a congestione del circolo polmonare ed insufficienza cardiaca sinistra già nei primi mesi di vita. Il passaggio di sangue dall’aorta all’arteria polmonare è continuo e determina un flusso turbolento che si identifica all’auscultazione con un soffio di tipo sisto-diastolico, con intensità variabile e punto di massima udibilità a livello cranio-dorsale rispetto al focolaio aortico, nella regione sub-ascellare sinistra. Un altro segno clinico caratteristico è il polso femorale martellante. Nelle fasi avanzate della cardiopatia si può percepire un ulteriore soffio di tipo sistolico a livello di focolaio mitralico determinato dall’insufficienza mitralica instauratasi in seguito alla dilatazione del ventricolo sinistro. In alcuni soggetti può essere presente intolleranza all’esercizio, tosse e dispnea. I pazienti che presentano PDA vanno incontro a morte per causa cardiaca. Una volta chiuso il dotto l’aspettativa di vita di questi soggetti può diventare pari a quella di un animale sano, a seconda del quadro clinico e sintomatologico sviluppato dal paziente: soggetti che presentano alterazioni del ritmo cardiaco (fibrillazione atriale) avranno prognosi diversa rispetto a quelli con debole sovraccarico volumetrico del ventricolo sinistro.
Indagini diagnostiche
Per formulare una diagnosi conclusiva è necessario eseguire un esame ecocardiografico, il quale fornisce altresì informazioni sulle alterazioni determinate dal sovraccarico volumetrico, sulla scelta della metodica più
indicata per la chiusura del dotto (chirurgica o interventistica) e sull’eventuale necessità di terapie mediche.

PDA inverso
In presenza di dotti di grandi dimensioni può verificarsi la sindrome di Eisenmenger, caratterizzata da un’inversione dello shunt. Nei primi mesi di vita del soggetto, le arteriole polmonari subiscono un rimodellamento tale da determinare ipertensione polmonare, portando quindi ad una condizione sintomatologica e clinica diversa da quella di un paziente con PDA. In questi soggetti non èpresente il soffio cardiaco e si osserverà policitemia indotta dalla scarsa perfusione polmonare. La terapia di questo quadro patologico consiste nella somministrazione di antagonisti della fosfodiesterasi (PDE) per ridurre l’ipertensione polmonare. La prognosi è peggiore rispetto a quella dei soggetti con shunt sinistro-destro in quanto non è possibile trattare in modo definitivo la causa principale.

Terapia del PDA
La terapia definitiva del PDA con shunt sinistro- destroè la chiusura chirurgica o interventistica del dotto. Queste procedure determinano la risoluzione del problema consentendo ai soggetti operati qualità ed aspettativa di vita più o meno normali, a seconda del quadro clinico da loro sviluppato.
Il primo PDA è stato chiuso in medicina veterinaria attraverso metodo chirurgico nel 1968; da allora diverse tecniche sono state sviluppate ed utilizzate. L’approccio chirurgico, che consiste nella legatura del dotto pervio tramite toracotomia, attualmente, è riservato a pazienti di dimensioni e peso ridotti (meno di 2.5Kg), a pazienti con dotti di grandi dimensioni (>9mm) o nei rari casi in cui la morfologia del dotto si presenta tubulare (dotto tipo III).
La metodica interventistica permette un approccio miniinvasivo, alternativo alla chirurgia. L’accesso viene eseguito da un’arteria periferica ( l’arteria femorale), che permette di raggiungere il dotto con specifici cateteri attraverso i quali viene posizionato il dispositivo. Negli ultimi anni la chiusura del dotto viene effettuata utilizzando il dispositivo ACDO® (Amplatzer Canine Duct Occluder), una struttura di nitinolo autoespendente, progettata sulla base dell’anatomia del PDA canino.

In alternativa vengono utilizzati i COIL, spirali di metallo che, rilasciate all’interno del dotto, determinano un’embolizzazione controllata. L’utilizzo di questi strumenti è correlato alla taglia del soggetto e alle dimensioni dell’ampolla duttale misurate in corso di procedura.
La scelta del dispositivo è legata alla misura del diametro minimo duttale, la quale viene effettuata in prima istanza durante l’ecocardiografia transtoracica (TTE), e, successivamente, eseguendo l’ecocardiografia transesofagea (TEE). Nel caso quest’ultima non permetta la visualizzazione appropriata del dotto verrà eseguita un’angiografia.

Per eseguire uno studio morfologico più approfondito, è altresì utile l’utilizzo dell’ecocardiografia tridimensionale transtoracica e transesofagea, al fine di effettuare ulteriori valutazioni per la pianificazione della procedura chirurgica/interventistica.
a. b. c.

La nostra casistica
Presso la Clinica Veterinaria Gran Sassoè stato effettuato il primo intervento di chiusura del PDA utilizzando il dispositivo ACDO® nel 2006, prima procedura di questo tipo eseguita in Europa. Da allora, fino al 2017, più di 200 interventi sono stati portati a termine con successo sia a breve sia a lungo termine. La chiusura tramite ACDO® rappresenta, laddove possibile, la metodica di prima scelta per il trattamento di PDA.

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