Home » Blog » Comportamento » Collare elisabettiano
Cani e gatti non amano affatto farsi medicare, detestano tutto ciò che può sporcargli il mantello, ma così facendo, anche disinfettanti, creme, pomate e lozioni che sono normalmente applicate sulle zone del corpo da trattare, vengono ben presto rimosse, non permettendo quindi di esplicare la loro azione curativa. Lo stesso avviene con i punti di sutura, che spesso vengono lambiti dall’animale, con conseguenti arrossamenti. .

Le protezioni dirette (così vengono chiamate le fasciature, le medicazioni applicate direttamente sulla parte ed i “vestitini”) solitamente resistono per un breve periodo. Le tutine o le magliette sarebbero l’ideale, perché sono appositamente studiate per il periodo post-chirurgico, sono elastiche e perfettamente adattabili a qualsiasi taglia, non si attaccano al pelo e lasciano all’animale un’assoluta libertà di movimento. Nei gatti non trovano facile impiego al contrario dei cani che, di solito, sono più disponibili a farsi “vestire”.

Per questo nel gatto viene spesso utilizzato un metodo di protezione indiretto. Si tratta di un collare, chiamato elisabettiano, che infilato al collo dell’animale, impedisce che l’animale possa raggiungere con il muso la zona da proteggere. Allo stesso modo lo si può utilizzare quando la parte da proteggere è a livello della testa (orecchie, occhi, muso, collo) per evitare che arrivi a grattarsi e quindi ad autolesionarsi.

In commercio ne esistono diversi modelli. Quello tradizionale in plastica rigida, quello in propilene (un materiale biodegradabile) trasparente e con una maggiore flessibilità o in stoffa impermeabile. Quest’ultimo, essendo morbido, ha il vantaggio di essere meno d’impaccio ed inibire meno l’animale nel movimento. Questo collare viene chiamato elisabettiano perché appunto Elisabetta I° d’Inghilterra (1533-1603) faceva gran uso di un collare conico molto simile a questo, ma che ovviamente non aveva uno scopo protettivo bensì estetico.

Di ornamentale i collarini hanno ben poco, anzi, dopo l’applicazione l’animale apparirà goffo ed impacciato ed ispirerà sentimenti di pena e compassione. Indubbiamente l’animale per un giorno o due dopo l’applicazione si mostrerà contrariato ed avvilito, ma come accade a tutti ed in tutte le circostanze si abituerà e si adatterà ben presto a questa nuova condizione. Molto spesso i proprietari, convinti che l’animale soffra nel portare il collarino, nonostante i consigli e le raccomandazioni del veterinario, si mostrano restii e titubanti, va tuttavia ricordato che a volte il collare è l’unico mezzo per fare in modo che l’animale con l’autotraumatismo non si procuri ferite ancor più gravi. Spesso basta la sua applicazione per pochi giorni per ottenere risultati sbalorditivi, non essendo le ferite ulteriormente irritate con il lambimento, assisteremo a brillanti guarigioni difficilmente realizzabili in così poco tempo.

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