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Il gatto domestico appartiene all’ordine dei carnivori e mostra comportamenti alimentari simili a quelli dei cugini selvatici. Molti caratteri anatomici riflettono la sua origine di predatore: la mandibola è corta per meglio afferrare e trattenere la preda, i denti sono poco numerosi e più adatti a tagliare ed a lacerare che a masticare, mentre, sulle zampe, gli artigli sono conformati per catturare e trattenere le prede. Nel gatto che vive in casa queste peculiarità fisiche sono utilizzate quasi esclusivamente per il gioco.

Il gatto è per natura un cacciatore solitario, molto esigente nei confronti di aspetto, odore e gusto della preda. Le caratteristiche fisiologiche della digestione sono rimaste quelle di un carnivoro obbligato. In natura la dieta preferita è costituita essenzialmente da piccoli roditori e da uccellini, pertanto nella ciotola del nostro gatto domestico non devono mancare proteine, grassi, vitamine, minerali ed anche carboidrati, questi ultimi tuttavia è importante che siano somministrati in piccole quantità e solo se ben cotti.

Di solito i gatti non sono attratti dai dolci e dal cibo amaro, mentre sono estremamente sensibili all’odore. La maggior parte dei gatti predilige cibo solido, fresco e rifiuta il cibo in polvere, appiccicoso ed untuoso.

Nel gatto adulto i fabbisogni nutrizionali possono essere soddisfatti sia dall’alimentazione casalinga che da quella commerciale.

Il cibo casalingo (che non consiste nel dare solo pesce o carne bolliti) consente al proprietario di controllare direttamente tutti gli ingredienti del pasto offerto al proprio animale, tuttavia presenta alcuni inconvenienti quali il costo, il tempo richiesto dalla preparazione ed il rischio di squilibri nutrizionali. La dieta casalinga non può essere improvvisata, ma deve essere rigorosamente fornita da un veterinario nutrizionista e deve essere riformulata a ogni cambio dello stato fisiologico dell’animale.

Gli alimenti di origine industriale hanno il vantaggio di essere pronti all’uso, bilanciati dal punto di vista nutrizionale, mediamente più economici, di facile e buona conservazione. Particolari tecniche di produzione li rendono consistenti e facilmente conservabili.

Il veterinario saprà consigliare la dieta adatta alle diverse esigenze: un gatto giovane non dovrà essere alimentato con il cibo studiato per l’alimentazione dell’adulto o dell’anziano oppure, a maggior ragione, con un alimento specifico raccomandato in presenza di particolari patologie.

Un gatto adulto ha un fabbisogno energetico di 50-70 Kcal/Kg di peso vivo, tale valore può variare in base all’intensità della sua attività fisica.

Se si opta per una dieta casalinga o mista, occorre tenere ben presente alcuni postulati come il non somministrare mai al gatto cibo fritto, condito, salato oppure carne o pesce crudi, poiché possono essere causa di pericolose malattie e veicolo di infestazioni parassitarie per l’animale e per l’uomo.

Inoltre il pesce di acqua dolce crudo contiene la tiaminasi, un enzima che distrugge la vitamina B1 o Tiamina. La prolungata somministrazione di questo tipo di alimento potrebbe causare la carenza di vitamina B, con conseguenti gravi ripercussioni a carico del sistema nervoso. E’ sconsigliato anche l’uso continuativo del tonno in scatola naturale per alimentazione umana. Il suo consumo, a causa della presenza di una grande quantità di acidi grassi poli-insaturi, può provocare una carenza di vitamina E, che induce allo sviluppo della pansteatite o “malattia del grasso giallo”, una condizione molto dolorosa e pericolosa per l’animale. Inoltre tale alimentazione può provocare sintomi da carenza di taurina.

Tra i cibi da utilizzare con parsimonia c’è anche il fegato fresco, che deve essere somministrato cotto ed in piccole dosi. Sebbene sia molto appetibile e rappresenti una buona fonte proteica, questo alimento contiene una quota elevata di vitamina A che, se in eccesso (ipervitaminosi A), può provocare diarrea e gravissimi problemi all’apparato scheletrico. E’ sconsigliabile nutrire il gatto con gli avanzi di cibo della nostra tavola: questi alimenti non contengono tutti i principi nutritivi di cui il gatto ha bisogno e possono predisporlo all’obesità, essendo generalmente troppo ricchi di grassi. Non bisogna offrire ossa di pollo e coniglio ai gatti né lische di pesce: le ossa scheggiate e appuntite o le lische possono infatti danneggiare le pareti dell’apparato gastroenterico.

È anche sbagliato offrire al gatto cibo per cani. Le diete per cani hanno un contenuto di amidi più alto rispetto a quelle per gatti, che hanno maggiori necessità proteiche e lipidiche. Inoltre i cibi per cani, non hanno l’integrazione in vitamine e taurina necessaria al gatto.

Molti gatti sono golosi di latte: è possibile offrirne regolarmente qualche cucchiaino, tenendo presente che non è una bevanda ma un vero e proprio alimento la cui digestione è condizionata dall’enzima lattasi. La secrezione di questo enzima da parte dell’organismo è indotta dalla somministrazione del latte stesso e, per tale, motivo, l’offerta di latte deve essere graduale per consentirne la produzione di dosi adeguate alla sua digestione. Spesso i gatti mangiano le piante e l’erba. Questo per il gatto è un comportamento naturale: masticando i vegetali, i gatti assumono l’acido folico che è importante nella sintesi dell’emoglobina. L’erba a volte ha un effetto emetico e questo serve al gatto per eliminare i boli di pelo (tricobezoari) gastrici, inoltre promuove la peristalsi intestinale. Il gatto, in fatto di cibo, è molto abitudinario.

Uno degli errori più frequenti è quello di somministrare cibo non completo e sbilanciato ad un gattino (ad esempio solo pollo, solo pesce o solo carne..), perché l’animale si abitua a un solo tipo di alimento e difficilmente accerterà un futuro cambio di alimentazione. Inoltre una dieta cosi sbilanciata non fornisce all’animale tutti gli elementi di cui necessita e può provocare gravi squilibri nutrizionali e di crescita. È utile, quindi, offrire ad un gattino un cibo completo e bilanciato, variando spessi i gusti, per evitare che da adulti rifiutino ostinatamente un cambio di alimentazione perché questo potrebbe rappresentare una seria difficoltà se per un qualsiasi motivo l’animale dovesse, a causa di una patologia, cambiare la sua dieta.

Qualora fosse necessario cambiare completamente la dieta bisogna ricordare che il passaggio da quella vecchia alla nuova deve avvenire gradualmente, aumentando pian piano il cibo nuovo nell’arco di 10-15 giorni, fino alla completa sostituzione. La dieta ideale per un gatto adulto deve essere appetibile, per poterla somministrare a lungo, e ben bilanciata perché il gatto non vada incontro a fenomeni carenziali e possa mantenere un peso ideale. Una dieta corretta favorisce il mantenimento di un gatto in buone condizioni di salute e diminuisce l’insorgenza di quelle patologie in cui gli squilibri alimentari sono da annoverarsi fra i principali fattori predisponenti o causanti. A differenza della maggior parte dei mammiferi, i gatti non rispettano una regolare ritmicità nei cicli sonno-veglia, nelle attività, nel mangiare e nel bere. Legata al suo istinto di cacciatore è l’abitudine di fare molti piccoli e brevi pasti tra giorno e notte. Al gatto di casa l’alimento può essere offerto con diverse modalità: libera scelta, dove il gatto ha l’alimento a disposizione tutto il giorno a tutte le ore (in questo caso il gatto va alla ciotola dalle 12 alle 20 volte al giorno), oppure alimentazione ad orari, dove il cibo viene offerto ad orari precisi del giorno. Normalmente si lascia libero accesso al cibo secco e si fornisce due volte al giorno il cibo umido, allungato sempre con acqua o brodo caldo. Se non ci sono problemi legati al soprappeso il gatto non deve essere limitato nell’assunzione del cibo. Sebbene la dieta del gatto possa prevedere anche sostanze vegetali, i gatti necessitano, rispetto ad altre specie, di una quota elevata di proteine di origine animale (contenute nella carne, ma anche nelle uova, nei formaggi e nel pesce) perché l’animale possa mantenersi in un buono stato di salute, per assicurare una buona crescita, per promuovere la corretta rigenerazione dei tessuti e per la regolazione dei processi metabolici. Le proteine sono molecole complesse costituite da amminoacidi chiamati non essenziali, se sono prodotti dal gatto, essenziali se devono essere assunti con l’alimento. Il gatto, in particolare, necessita di assumere due amminoacidi essenziali: l’arginina e la taurina. La carenza di arginina, amminoacido presente nelle carne, provoca una grave intossicazione da ammoniaca, mentre la carenza di taurina, amminoacido che in natura è particolarmente abbondate nella carne di topo, e totalmente assente nei vegetali, può provocare gravi disturbi alla retina, all’apparato riproduttore e una grave miocardiopatia dilatativa.

Anche la metionina e la cistina sono amminoacidi importanti, soprattutto durante la crescita del gattino, e una loro carenza può manifestarsi in gatti alimentati con una dieta non bilanciata. I gatti hanno la capacità di digerire i grassi e una dieta corretta deve contenere un giusto apporto di grassi, oltre che di oli animali e vegetali. Questi aumentano l’appetibilità di un alimento ma anche l’apporto calorico della dieta. I grassi sono necessari per una buona funzionalità renale, per la sintesi degli ormoni sessuali, per la cute e il mantello. Inoltre permettono l’assorbimento delle vitamine liposolubili A, D, E e K e forniscono gli acidi grassi insaturi essenziali. I gatti necessitano l’apporto, in particolare, di un acido grasso, l’acido arachidonico, che non sono in grado di sintetizzare da soli.

Sebbene i gatti non abbiano esigenze di fibra, piccole quantità aiutano a mantenere la normale funzionalità del tratto gastroenterico, oltre ad aiutarli ad eliminare i boli di pelo. Se il gatto è nutrito con una dieta completa e bilanciata, difficilmente soffre di carenze minerali. Al contrario, un’integrazione indiscriminata di uno o più sali minerali può risultare molto dannosa. Per quanto riguarda le vitamine sono necessarie al gatto la vitamina

A (non sono in grado di convertire il beta carotene in vit. A), la vitamina D, richiedono alti livelli di vit. B6 e non sono in grado di convertire il triptofano in niacina (vit. PP).

Spesso le vitamine vengono integrate in modo inutile ed esagerato, se la dieta fornita è di buona qualità un loro ulteriore apporto è inutile e addirittura pericoloso perché il loro eccesso è dannoso come la loro carenza. La vitamina C non è da ritenersi essenziale per il gatto, che è in grado di produrla autonomamente.

Un gatto, indipendentemente da ciò che mangia, deve sempre avere a disposizione acqua pulita, soprattutto nel caso in cui si nutra di un’alimentazione secca. Il consumo di acqua dipende soprattutto dalla natura dell’alimento: se un gatto è alimentato con cibo umido berrà molto poco (da 0 a 50 ml/die) in virtù dell’alta percentuale di acqua contenuta nello stesso (tra il 70 e l’80% di acqua) che favorisce anche la liberazione degli aromi che attraggono la maggior parte dei gatti, mentre se lo alimentiamo con crocchette l’assunzione di acqua sarà maggiore (da 70 a 150 ml/die), poiché queste contengono una percentuale di umidità che varia dal 7 al 10%.

I gatti necessitano di mangiare tutti i giorni degli alimenti umidi.

Il gatto è un animale desertico, normalmente assume poca acqua ed è in grado di eliminarne il minimo indispensabile concentrando le urine. Questo risparmio gli permette di sopravvivere con un ridotto apporto di acqua ma lo predispone maggiormente a patologie delle basse vie urinarie. Sia per prevenire l’insorgenza di queste patologie sia per evitarne le recidive, è utile che il gatto beva il più possibile, in modo da produrre urine maggiormente diluite.

Può influire sul suo consumo l’utilizzo di acqua fresca (potrebbe essere utile aggiungere del ghiaccio), meglio se dalla bottiglia (i gatti non amano l’odore di cloro), l’aumentare il numero dei pasti (ripartendo il quantitativo di cibo in più pasti sembra che il quantitativo di acqua che l’animale assume nella giornata sia maggiore), il somministrare prevalentemente cibo umido, diluire il cibo umido con del brodo di carne o di pesce (si può preparare e congelare a cubetti), utilizzare una fontanella a riciclo di acqua, porre più ciotole in diversi punti della casa lungo i percorsi che il gatto segue abitualmente.

La somministrazione di razioni alimentari squilibrate con un eccessivo apporto calorico rispetto ai fabbisogni, insieme alla somministrazione di cibo proveniente da tavola ogni volta che il gatto ne fa richiesta e soprattutto la noia, sono tra le cause dell’obesità, una patologia subdola e purtroppo molto frequente. I gatti che vivono in casa conducono spesso una vita troppo sedentaria, è importante stimolarli al gioco tutti i giorni, perché l’esercizio fisico li aiuterà a mantenersi in forma, interrompendo il pericoloso circolo vizioso “noia-cibo-poltrire” che è alla base dell’aumento di peso dei nostri gatti domestici. Oltre al gioco si può invogliare il gatto al movimento inducendolo a cercare il cibo, mettendolo in piccole ciotole da nascondere in diversi punti della casa oppure mettendolo in una bottiglietta di plastica forata da lanciare per stimolare la corsa.

Insieme a questi stratagemmi sarà necessario stabilire con il veterinario una dieta ipocalorica mirata, somministrare cibo umido frazionato in più pasti nella giornata ed effettuare controllo mensili del peso. Attenzione però a non adottare diete troppo drastiche: solo una diminuzione graduale dell’apporto calorico avrà l’effetto di far dimagrire il gatto senza aumentarne l’irritabilità e senza che ne soffra troppo.

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