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Il cervelletto è collocato dorsalmente al tronco encefalico, le sue funzioni sono quelle di “regolare” l’attività motoria. Esso funziona da coordinatore dei movimenti in relazione alla posizione dell’animale, provvedendo alla sinergia dell’attività muscolare.

Una malattia cerebellare determina un’incapacità a regolare la frequenza, i limiti e la forza di un movimento (ad es. dismetria). I segni clinici di una sindrome cerebellare comprendono una risposta esagerata di un arto quando si inizia un movimento, come il “passo dell’oca” (ipermetria) durante la deambulazione, una risposta ritardata o parossistica durante il test di reazione posturale (ad es. saltello e vagabondare), od un improvviso colpo alla ciotola del cibo nel tentativo di mangiare. I movimenti degli arti sono tipicamente spastici, grotteschi, esitanti, convulsi. L’animale assume un atteggiamento a riposo ad ampia base di appoggio ed è possibile osservare l’oscillazione del tronco durante la deambulazione. L’inizio del movimento è ritardato e spesso accompagnato da tremori intenzionali (quei tremori che insorgono o si aggravano quando si compiono movimenti volontari coordinati). I tremori che coinvolgono la testa sono particolarmente evidenti. Il tremore intenzionale scompare a riposo. Possono anche essere presenti movimenti oculari fini, pendolari od oscillatori.

Nella cerebellopatia acuta i tremori possono essere quasi costanti e rappresentare la manifestazione più impressionante della disfunzione.

Nella forma più cronica della malattia, come nei deficit cerebellari congeniti, i tremori possono essere più sottili e venire rilevati soltanto quando l’animale cerca di compiere un movimento diretto particolare, come mangiare.

Patologie cerebellari:

Malformazioni

La maggior parte delle patologie cerebellari diagnosticate negli animali domestici sono di natura congenita, come conseguenza di un’infezione virale in utero o, meno comunemente, di malformazioni, oppure derivano da una abiotrofia cerebellare corticale ereditaria, lentamente progressiva negli animali giovani. Una volta effettuata la diagnosi anatomica in questi pazienti, la diagnosi differenziale è determinata dalla specie e dalla razza del paziente.

Nel cane i segni clinici di un problema cerebellare diffuso si rilevano nel cucciolo quando questo tenta di sollevarsi e camminare, riuscendoci con difficoltà; tali segni clinici non sono progressivi. I processi malformativi nel cane sono rari e non hanno cause certe. Non esiste un’infezione virale in utero riconosciuta che colpisca soprattutto lo sviluppo cerebellare. Se un cucciolo sopravvive agli effetti sistemici di un’infezione con l’herpesvirus canino nella prima settimana di vita, può permanere un’atassia cerebellare legata agli effetti del virus sulla maturazione del cervelletto. Questa possibilità però è rara.

Abiotrofia

L’abiotrofia della corteccia cerebellare è una sindrome postnatale che possiamo riscontrare in alcune razze canine. Questa patologia è un disturbo ereditario, che di solito coinvolge un gene autosomico recessivo.

L’animale malato è normale alla nascita e sviluppa una lenta e progressiva atassia cerebellare in un tempo variabile dopo la nascita, normalmente visibile a poche settimane di vita. In alcune razze l’esordio è ad un anno circa o più tardi. La velocità di progressione della patologia è differente tra le razze che sono affette da questo problema, infatti in alcune la progressione è abbastanza rapida ed appare come un’incoordinazione motoria, mentre in soggetti appartenenti ad altre razze canine i deficit dell’andatura sono davvero lievi e non invalidanti per l’animale.

L’abiotrofia cerebellare fu descritta per la prima volta in un Kerry Blue Terrier nel 1976; da allora sono state descritte molte forme di abiotrofia cerebellare corticale in varie razze canine.

Una volta effettuata la diagnosi anatomica di disturbo cerebellare, la diagnosi differenziale per un disturbo progressivo comprende abiotrofia, infiammazione, malformazione cistica e neoplasia. In questi pazienti di solito l’insorgenza dei segni clinici avviene ad un’età non comune per le neoplasie.

Il medulloblastoma cerebellare (tumore neuroectodermico primitivo) è una neoplasia rara, che si osserva nei cani e nei bovini giovani. Le cisti epidermoidi e dermoidi non sono comuni, ma la sede più abituale dove si possono trovare è la fossa posteriore, dove il cervelletto può essere coinvolto dalla loro progressiva dilatazione, a causa della loro attività secretoria.

L’infiammazione è comune nei soggetti giovani in cui avvengono molte abiotrofie, ma non ci si aspetterebbe la sua limitazione al cervelletto. Esiste tuttavia un’eccezione a questa regola: la neosporosi nei cani giovani-adulti ha una predisposizione per il cervelletto. La ragione di questa preferenza non è conosciuta, ma la lenta progressione dei segni clinici presente in questa patologia cerebellare è molto simile a quella causata da un’abiotrofia. La Risonanza Magnetica è necessaria per aiutarci ad escludere queste ed altre diagnosi differenziali, anche se si possono non rilevare alterazioni nelle fasi precoci della malattia. Negli stadi tardivi di abiotrofia cronica invece è presente un’atrofia dei fogli cerebellari.

Gatto

Nei gatti la patologia cerebellare più diffusa è la malformazione congenita. L’abiotrofia cerebellare corticale postnatale è stata descritta, ma non è comune nel gatto. Le malformazioni primarie dello sviluppo cerebellare sono rare, mentre le malformazioni congenite più frequenti consistono in vari gradi d’ipoplasia ed atrofia causate da infezioni perinatali, come il virus della panleucopenia felina. Questo virus ha una predilezione per le cellule in rapida divisione e l’esposizione virale nel momento della nascita mette a rischio lo strato germinativo esterno cerebellare. Non sono riportate infezioni multisistemiche con questo virus quando l’infezione si verifica ad alcune settimane di vita. Non esiste una correlazione diretta tra la gravità dei segni clinici e l’estensione delle lesioni cerebellari.

I segni clinici si osservano quando i gattini iniziano ad alzarsi e a provare a camminare. In quel momento lo sviluppo delle lesioni cerebellari è completo. Sebbene il processo patologico non progredisca, quando i gattini crescono e diventano abili in movimenti volontari più energici, i segni clinici potrebbero essere più evidenti. Sebbene si verifichi una piccola compensazione durante la crescita, i segni clinici saranno presenti per tutta la vita del gatto. Questi gatti sono animali da compagnia eccezionali. Hanno una eccellente qualità di vita, ma hanno bisogno di un ambiente in cui non si facciano male quando cadono, pertanto è da prediligere per tali pazienti una vita in casa piuttosto che una vita all’aperto.

Questa patologia felina virus indotta può essere evitata attraverso la vaccinazione delle gatte prima della gravidanza.

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