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Le neoplasie sono tra le cause più frequenti di decesso nel cane e nel gatto in molti paesi.

La chemioterapia antineoplastica, anche in medicina veterinaria, negli ultimi anni ha fatto molti progressi, consentendo un notevole miglioramento della qualità e dell’aspettativa di vita nei cani e gatti malati. L’elenco dei tumori maligni trattabili con successo con la chemioterapia aumenta ogni anno e, a seconda del caso, può essere somministrata da sola o combinata con il trattamento chirurgico e la radioterapia (terapia combinata o multi–modale).

Molti farmaci chemioterapici derivano da fonti naturali, come piante, alberi o anche batteri e sono spesso sono gli stessi farmaci che vengono utilizzati anche in medicina umana. Con la chemioterapia si trattano per lo più tumori diffusi in più parti del corpo, neoplasie che non sono risolvibili con la sola chirurgia o radioterapia o quando è necessario rafforzare l’efficacia di questi ultimi.

La guarigione del paziente è possibile solo per alcune neoplasie, per molte altre è più costruttivo e realistico concentrarsi sulla qualità di vita. Tutto l’impegno del Medico Veterinario sarà quindi rivolto verso questo obiettivo, oltre a far sì che l’animale non provi dolore, mantenga la mobilità, non perda il gusto di alimentarsi, conservi la gioia di vivere e di interagire con il proprietario, mantenendo altresì le condizioni igieniche adeguate.

VIE DI SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI CHEMIOTERAPICI

Le principali vie di somministrazione dei farmaci antineoplastici sono quattro:

• via orale: sono farmaci che possono essere somministrati a casa dal proprietario. E’ importante somministrare attentamente tutti i farmaci prescritti e NON SPEZZARE MAI le pillole. Se in commercio non è disponibile il dosaggio esatto che deve essere somministrato al paziente, occorre far preparare la dose in farmacie che trattano preparazioni galeniche. A volte, per facilitare la somministrazione del medicinale e nasconderne il sapore sgradevole, è utile avvolgere le capsule in una piccola nocciolina di burro (vanno altrettanto bene le paste vitaminiche, piuttosto che pasta di olive, di acciughe o patè di tonno, etc.). E’ sempre bene, quando si manipolano queste compresse, indossare guanti di lattice monouso e, alla fine, lavarsi accuratamente le mani.

• via intramuscolare o sottocutanea: sono somministrati dal Medico Veterinario tramite iniezione e vengono assorbiti lentamente.

• via endovenosa: iniettati o infusi in vena, agiscono più rapidamente. Si somministrano mediante l’ausilio di un catetere endovenoso, la cui applicazione assicura il corretto ritmo (rapporto dose/tempo) di somministrazione del farmaco. Al termine del trattamento, il catetere viene rimosso ed a volte è applicato un leggero bendaggio che verrà rimosso, dopo circa un’ora, dal proprietario del paziente.

• vie intralesionale: somministrazione locale del farmaco (nella sede tumorale).

La durata della terapia e la frequenza di somministrazione dei farmaci dipendono dal tipo di neoplasia, dal protocollo scelto e da quanto la chemioterapia è tollerata dal paziente. Il trattamento può avvenire giornalmente, settimanalmente o mensilmente, a seconda del protocollo attuato. In alcuni protocolli sono previsti cicli ripetuti di terapia intervallati da periodi di sospensione. La chemioterapia può durare per un breve periodo (nel caso sia associata a chirurgia o a radioterapia), in altri casi può anche essere protratta per tutta la vita dell’animale.

Effetti collaterali

Nella scelta del farmaco il medico oncologo veterinario opterà per quello più efficace, più tollerato dal paziente e quindi con i minori effetti collaterali. Gli oncologi veterinari cercano di scegliere i farmaci ed i dosaggi che provocano, con meno probabilità, effetti collaterali, dando però il maggior vantaggio terapeutico possibile all’animale.

I possibili effetti collaterali sono comunque facilmente gestibili ed in genere sono:

• Febbre e Vomito: frequentemente sono transitori, devono essere riferiti al Medico Veterinario, ma il loro trattamento (fluidoterapia ed antiemetici) deve essere riservato al giudizio del Medico stesso. Spesso il vomito si risolve spontaneamente togliendo acqua e cibo per qualche ora.

• La diarrea in genere viene controllata semplicemente con la dieta, dopo che le feci sono tornate alla normalità si riprende gradualmente la solita alimentazione.

• Neutropenia e conseguente letargia ed immunodepressione: in genere si esegue un esame emocromocitometrico per valutare il numero complessivo di globuli bianchi (se il numero è troppo basso la seduta può essere rimandata). I soggetti con neutropenia sono più suscettibili alle infezioni per cui è consigliabile evitare luoghi in cui l’animale potrebbe contrarre infezioni (aree pubbliche con molti cani, parchi, etc.).

• Cistite e disturbi della minzione (difficoltà ad urinare, urinazioni scarse e frequenti) potrebbero presentarsi dopo un trattamento chemioterapico con ciclofosfamide. Per evitare queste complicanze occorre assicurarsi che l’animale abbia sempre a disposizione abbondante acqua e che possa urinare più spesso (per i cani è importante che possano accedere spesso all’esterno per urinare) nei giorni appena successivi alla somministrazione di questo farmaco.

• Perdita di pelo. Solo alcuni cani tendono a perdere un significativo quantitativo di pelo (l’alopecia nei nostri animali non è fortunatamente così frequente come nell’uomo). I gatti, più spesso dei cani, potrebbero perdere i baffi. Il mantello ricrescerà comunque al termine della chemioterapia, anche se molto lentamente e talvolta con colore ed aspetto diversi.

• Insufficienza cardiaca. La doxorubicina è un potente antitumorale che è stato associato ad insufficienza cardiaca in cani in cui era stata utilizzata per un lungo periodo. Ciò non succede nei gatti. L’insorgenza di insufficienza cardiaca è comunque un evento raro, tuttavia è consigliato tenerlo presente se al cane è già stata diagnosticata tale patologia, eseguendo un controllo cardiologico prima di iniziare la terapia.

MANIPOLAZIONE SICURA DEI CHEMIOTERAPICI A CASA

Ad oggi si sa poco sul potenziale danno dei chemioterapici sulle persone che convivono con un animale che sta seguendo un protocollo chemioterapico. In ogni caso, un’esposizione inutile ai chemioterapici dovrebbe comunque essere evitata. La maggior parte degli effetti collaterali è dovuta al fatto che, nell’agire sulle cellule neoplastiche, i farmaci chemioterapici possono anche interessare le cellule sane che costituiscono i vari tessuti dell’organismo. L’esposizione ad un piccolo quantitativo di chemioterapico per un lungo periodo di tempo potrebbe essere rischiosa per medici, infermieri, farmacisti, e tutti coloro che preparano, trasportano o somministrano questi farmaci. Usando adeguate misure precauzionali nella manipolazione, somministrazione e disposizione di questi farmaci si migliora l’effetto sul paziente e si riduce il rischio per chi si prende cura dell’animale.

Norme sulla manipolazione e gestione dei chemioterapici a casa:

• indossare guanti in lattice quando si manipolano farmaci chemioterapici

• accertarsi che l’animale abbia ingerito il farmaco

• non rompere mai le compresse/non aprire le capsule

• conservare i chemioterapici in un’area separata da quella degli altri farmaci e degli alimenti

• smaltire i guanti in lattice in un contenitore in plastica chiuso

• lavarsi le mani dopo aver tolto i guanti

• le donne gravide non dovrebbero manipolare chemioterapici

• tenere i farmaci, i contenitori ed i rifiuti, lontano dalla portata dei bambini

• evitare un contatto con le urine e le feci di un animale a cui è stato somministrato un farmaco chemioterapico, soprattutto durante i primi giorni dopo la somministrazione.

• pulire le zone della casa venute a contatto con feci, urine o vomito, con candeggina

• mettere i giornali sporchi in contenitori di plastica chiusi

• strofinacci, coperte e materassini dell’animale devono essere lavati separatamente

• per i gatti pulire spesso la lettiera; le feci e la sabbia devono essere eliminate in sacchetti di plastica chiusi

• tenere i bambini lontano dalla lettiera

Le misure precauzionali sopra descritte dovrebbero essere messe in atto durante tutta la terapia ed alcuni giorni dopo la somministrazione dell’ultima dose (tempo necessario per l’eliminazione dei farmaci).

CHEMIOTERAPIA E VACCINAZIONE

Recenti studi indicano la possibilità di vaccinare il proprio animale durante la chemioterapia, tuttavia la risposta al vaccino potrebbe non essere ottimale. In ogni caso è consigliato aspettare due mesi dopo l’ultima somministrazione di chemioterapico prima di riprendere il consueto protocollo vaccinale.

INSUCCESSO DELLA CHEMIOTERAPIA

Alcuni tumori sono spesso molto sensibili alla chemioterapia. Sfortunatamente il tumore potrebbe ripresentarsi dopo settimane, mesi o anni, nonostante si stia continuando il trattamento.

In questi casi le cellule tumorali hanno sviluppato resistenza ai chemioterapici, nello stesso modo in cui i batteri diventano resistenti agli antibiotici. Quando compare resistenza, si possono usare altre combinazioni o altri farmaci per ottenere l’effetto desiderato ma, ogni volta che si crea resistenza, diventa sempre più difficile trovare farmaci ai quali il tumore risponderà. In questi casi occorre, con l’aiuto del veterinario, somministrare farmaci che controllano il dolore e che aiutino l’animale garantendogli, fino a che sarà possibile, una buona qualità di vita

POSSIAMO ASPETTARE A FARE LA CHEMIOTERAPIA?

Anche se potrebbe sembrare ragionevole, questo approccio non lo è. La risposta alla terapia è infatti certamente migliore, anche come tollerabilità della stessa, se il paziente è asintomatico al momento dell’inizio della chemioterapia stessa.

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