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Si definisce gravidanza l’intervallo di tempo tra l’impianto dell’embrione nell’utero e l’espulsione del feto e degli invogli fetali. Se la fine è ben determinata è meno facile identificarne l’inizio, per questo si usa definire la gravidanza come l’intervallo di tempo tra l’accoppiamento ed il parto. Nella gatta la sua durata media è di 63-65 giorni. Mediamente il numero dei concepiti è 4 (2-6), raramente si ha la presenza di un solo feto e, se questo si verifica, è spesso conseguente a fenomeni di riassorbimento embrionale.

Si può tranquillamente affermare che la gatta, come tutte le mamme in attesa, vive la gravidanza serenamente e, in genere, non presenta problemi o difficoltà. Già subito dopo l’accoppiamento il proprietario può notare un aumento di appetito ed una maggiore tranquillità dell’animale. La gravidanza è infatti dominata da un ormone, il progesterone, che, pur permettendo alla gatta di condurre una vita del tutto normale, la rende più pigra e rilassata e, soprattutto nell’ultimo periodo di gestazione, tenderà spesso a farla riposare. Se da una parte la gatta è più tranquilla, dall’altra, sempre sotto l’influsso ormonale, tenderà a manifestare l’istinto materno, soprattutto in prossimità e subito dopo il parto, e con questo tutti i meccanismi di difesa e di aggressività ad esso legati.

A parte il cambiamento di carattere e l’aumento dell’appetito, si può fare diagnosi precoce di gravidanza, a partire dal 18°giorno dopo l’accoppiamento, quando i capezzoli diventano più grossi, dritti, sporgenti e rossi. Il veterinario può confermare tale stato attraverso la palpazione addominale. Le pareti addominali del gatto sono sottili per cui è abbastanza semplice rilevare e contare le bozze fetali, pratica che è possibile effettuare tra il 18° e 30° giorno di gravidanza, quando le vescicole embrionali sono separate le une dalle altre. In seguito i rigonfiamenti fetali non sono più così evidenti, in quanto l’utero aumenta di volume uniformemente in quanto le vescicole embrionali tendono a confluire, la sua parete si distende e si perde la percezione delle bozze fetali. Una diagnosi precoce di gravidanza è sicuramente effettuabile tramite ecografia addominale, che può essere eseguita nella gatta a partire dall’11°-14° giorno per identificare le vescicole amniotiche. Grazie sempre a questa metodica è possibile, dopo il 16°-18° giorno, rilevare il battito cardiaco, segno di vitalità degli embrioni. L’ecografia permette una diagnosi di gravidanza precoce ed accurata e fornisce utili informazioni durante il proseguo della gravidanza, ma non è utile per stabilire il numero dei piccoli.

Dopo il primo mese si nota un aumento di peso ed un rigonfiamento dell’addome, che varia comunque a seconda del numero dei feti e della razza. Intorno al 28°-30°giorno si possono rilevare i movimenti fetali.

Dopo il 37° giorno di gravidanza comincia a svilupparsi lo scheletro e dopo il 45°questo è ben apprezzabile alla radiografia. Questa indagine, oltre a permettere una diagnosi di gravidanza tardiva, è di particolare importanza per identificare con precisione il numero dei fati e rilevare eventuali distocie durante il travaglio.

A circa 50 giorni di gestazione le mammelle sono ipertrofiche. Nelle primipare la secrezione lattea normalmente coincide con il parto, nelle pluripare avviene anche una settimana prima. Bisogna aspettare gli ultimi giorni di gravidanza per avvertire alla palpazione, od a volte osservare, i movimenti fetali.

I gattini che nascono prima del 62° giorno sono considerati prematuri ed hanno grosse difficoltà a succhiare il latte materno, spesso essi muoiono nel giro di pochi giorni. Allo stesso modo possono presentare dei problemi i gattini che nascono dopo il 67°giorno.

In prossimità del parto la gatta comincia a cercare un luogo tranquillo dove andare a partorire, ispeziona armadi, cassetti, angoli bui e nascosti, ovvero cerca di trovare un rifugio sicuro per partorire e per allattare i gattini. Proprio per questo, un paio di settimane prima del parto, è importante iniziare a preparare una cuccia. Il “nido” deve essere messo in un luogo caldo e riparato da correnti e rumori, e dovrà essere fornito di un cuscino morbido rivestito da materiale lavabile o meglio traversine usa e getta da cambiare continuamente.

La gatta in gravidanza necessita di attenzioni particolari per quello che riguarda l’alimentazione. L’aumento di cibo deve aggirarsi intorno al 15-20%, tuttavia questo non deve essere eccessivo perché un aumento troppo importante del peso della madre e delle dimensioni dei gattini possono creare difficoltà nel parto. La quota calorica deve essere aumentata fin dall’inizio della gestazione, in quanto il fabbisogno energetico aumenta: è necessario un apporto di 90-110 Kcal/Kg di peso vivo (in pratica la quota energetica giornaliera è di 350 kcal per una gatta di circa 3,5 kg di peso). In gravidanza e lattazione le gatte dovrebbero assumere un alimento ricco in proteine (35-50% sulla sostanza secca) e grassi (18-35% sulla sostanza secca), indispensabili per sostenere un corretto accrescimento dei feti, e con un corretto bilanciamento di minerali. È bene somministrare razioni piccole e frequenti.

Non bisogna somministrare calcio in eccesso, in quanto l’ipercalcemia potrebbe portare la gatta ad eclampsia, distocia, dilatazione gastrica e volvoli nei cuccioli. È buona norma inoltre evitare di sovralimentare la gatta: l’obesità comporta una riduzione del tono muscolare e potrebbe essere fonte di problemi seri durante il parto.

Ricordiamo che, per una corretta gestione della gravidanza, tutti gli interventi vaccinali vanno effettuati nella gatta prima della gravidanza, così come tutti gli interventi farmacologici ed antiparassitari devono essere praticati solo sotto stretto controllo medico.

Alcune considerazioni importanti: dal punto di vista sanitario la gravidanza per una gatta non è un evento strettamente necessario, infatti essa non ha emotivamente coscienza della gravidanza né dell’allevamento e delle cure apportate ai gattini, proprio perché persegue un programma riproduttivo ed istintivo predeterminato. Per tale motivo prima di affrontare questa “impresa” bisogna essere ben prepararti, difatti non è sempre facile trovare un’ottima adozione a tutti i nuovi nati ed il più delle volte optare per la sterilizzazione è la scelta migliore.

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