Home » Blog » Medicina felina » FELV (Leucemia felina)
La leucemia felina (FeLV) è una malattia infettiva con prognosi infausta, trasmessa da un Retrovirus (ad RNA), in grado di causare immunodepressione, anemia e/o forme neoplastiche, quali il linfoma.

La FeLV è una patologia presente in tutto il mondo, anche se negli ultimi 25 anni la sua diffusione si è notevolmente ridotta grazie ai test di screening, ai test diagnostici ed ai vaccini, sempre più comunemente effettuati sulla popolazione felina.

La trasmissione del virus da parte di gatti infetti avviene durante le più strette relazioni sociali tramite la saliva, le feci, le urine, le secrezioni nasali ed il latte, in particolare tramite la pulizia reciproca del pelo, l’accesso a ciotole comuni e lettiere sporche, ma anche tramite i morsi.

Nelle gatte gravide, purtroppo, il contrarre la malattia durante le fasi gestazionali ha effetti letali sui cuccioli, spesso infatti si ha riassorbimento embrionale, natimortalità o nascita di gattini malati che muoiono dopo alcune settimane di vita.

I cuccioli risultano molto sensibili a questa malattia, ma questa sensibilità, fortunatamente, si riduce con l’avanzare dell’età.

Un gatto FeLV positivo può non manifestare sintomi per un periodo più o meno lungo della sua vita, ma, verosimilmente, prima o poi i segni clinici più comuni di questa malattia si presenteranno e quindi potremmo avere: decadimento delle condizioni generali, febbre, anoressia, perdita di peso, disidratazione, anemia (soprattutto non rigenerativa), leucopenia, trombocitopenia, una maggiore suscettibilità ad infezioni secondarie (riniti, congiuntiviti, stomatiti, enteriti) ed il linfoma.

Segni clinici meno comuni invece comprendono segni di malattie immunomediate, enteriti croniche, problemi riproduttivi e sintomatologia neurologica periferica.

La maggior parte dei gatti con sintomatologia persistente in genere muore dopo 2 – 3 anni dalla diagnosi.

I gatti FeLV positivi presentano un rischio molto alto, circa 60 volte superiore, di sviluppare un linfoma (alimentare, timico, multicentrico od atipico) rispetto ai gatti FeLV negativi. Circa il 25% degli animali infetti colpiti da linfoma sono giovani, di età compresa tra i 2 ed i 4 anni. L’invasione del midollo da parte del virus causa un’imponente mielodisplasia a discapito di tutte le linee cellulari (linea rossa e bianca), per cui si ha una progressione verso la leucemia acuta anche in poche settimane. Per questo motivo trattamenti con corticosteroidi e trasfusioni possono alleviare i sintomi, ma la prognosi resta comunque infausta.

La diagnosi di leucemia felina può essere eseguita mediante test ambulatoriali grazie ad un piccolo prelievo ematico, che generalmente viene effettuato dal medico veterinario curante al momento della sterilizzazione/castrazione del cucciolo. Questi test, che sfruttano la reazione antigene-anticorpo (ELISA, enzyme-linked immunosorbent assay), se negativi possono indicare o la negatività all’infezione, o che il gatto ha eliminato l’infezione, o ancora che l’infezione è in uno stadio iniziale e quindi non ancora evidenziabile, o, infine, che l’infezione è latente; se i risultati sono positivi, indicano che il gatto sarà suscettibile a sviluppare entro alcuni anni malattie Felv-associate, oltre che essere un rischio per altri gatti, in quanto eliminatore del virus nell’ambiente. Per ogni gatto Felv-positivo l’esame andrebbe ripetuto dopo 6-8 settimane, soprattutto se è clinicamente sano, poiché si potrebbero ottenere dei risultati falsi-positivi che devono essere confermati da ulteriori indagini di laboratorio.

I test da eseguire per la conferma diagnostica sono l’IFI (Immunofluorescenza indiretta, che conferma una viremia cellulo-associata, ricercando anticorpi immunofluorescenti) e la PCR (Polymerase chain reaction, che dà informazioni più accurate in caso di discrepanza dei risultati, poiché si avvale della ricerca diretta del virus).

La gestione di un gatto FeLV positivo è essenzialmente basata sull’isolamento del soggetto dai negativi, sull’utilizzo di terapie di supporto e sul trattamento tempestivo delle infezioni secondarie.

Un gatto FeLV positivo deve essere sottoposto a controlli veterinari più frequenti rispetto a un soggetto sano, ogni sei mesi devono essere eseguiti esami ematologici, ematobiochimici ed esame delle urine. Occorrerà tenere sotto controllo eventuali infestazioni da parassiti gastrointestinali e da ectoparassiti. Inoltre è opportuno vaccinare il soggetto per rinotracheite-calicivirosi-panleucopenia virale felina, così come da protocollo delle linee guida.

È possibile vaccinare per la FeLV i gatti sani previo test con esito negativo. Questa vaccinazione è consigliata ogni qualvolta ci sia un effettivo rischio di contrarre la malattia (vita all’aperto, promiscuità con gatti randagi o con soggetti FeLV positivi). I gattini possono essere vaccinati a partire dalle 8-9 settimane di età, il primo richiamo va effettuato dopo 3-4 settimane e poi ogni anno. La vaccinazione per le comuni malattie virali va sempre effettuata su questi soggetti.

Riferimenti bibliografici

ABCD, European Advisory Board on cat deseas (Http: www.abcd-vet.org);

“Virus della leucemia felina”- J.K. Levy, P.C. Crawford, “Textbook of Veterinary Internal Medicine Diseases of the Dog and the Cat” di S.J. Ettinger, E. C. Feldman, 2016, Elsevier

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