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Con l’aumento delle temperature e l’avvento dell’estate, il pericolo per i nostri animali di avere un colpo di calore è piuttosto elevato, soprattutto per i soggetti appartenenti alle razze brachicefaliche, le quali hanno un muso particolarmente corto e sono predisposte a patologie delle alte vie respiratorie.

Gli animali in colpo di calore sono normalmente portati in visita dal veterinario per dispnea, spesso si hanno collassi e perdita della capacità di mantenere la stazione; questi soggetti possono presentare debolezza muscolare ed atassia e, in alcuni casi, anche vomito, ipersalivazione, diarrea e crisi convulsive.

La temperatura negli animali in colpo di calore è solitamente superiore a 40,5°C. Le diagnosi differenziali che il medico veterinario deve tenere in considerazione nella gestione di un paziente con ipertermia sono: patologie infiammatorie del sistema nervoso centrale, quali meningite ed encefalite; masse a livello ipotalamico che possono alterare le funzioni del centro della termoregolazione; ipertermia maligna, soprattutto nel Labrador Retriever; assunzione di tossine, come la metaldeide, la stricnina e micotossine neurogeniche causanti crisi convulsive e fascicolazioni che portano all’innalzamento della temperatura.

L’innalzamento della temperatura corporea comporta una risposta da parte dell’animale, che inizierà ad ansimare, ad incrementare gli spazi morti durante la ventilazione e ad incrementare l’evaporazione per dissipare il calore. Se però l’umidità ambientale e le temperature sono molto elevate, questi meccanismi sono inefficaci, per cui si ha un incremento, anche abbastanza veloce (a volte bastano solo 30-40 minuti), della temperatura corporea. Parallelamente si ha un iniziale aumento anche della frequenza cardiaca e della pressione sistemica ma, se la temperatura continua a salire, si ha in un secondo momento una diminuzione della pressione sistemica e dell’output cardiaco con conseguente ipotensione, ipovolemia e danni agli organi vitali in seguito alla mancanza di un’adeguata perfusione.

Per quanto concerne gli organi target di questa affezione, va ricordato che i reni sono interessati direttamente dalle alte temperature, in quanto queste portano a necrosi dei tubuli renali (con conseguente aumento di urea e creatinina agli esami ematobiochimici); a livello epatico il danno agli epatociti è associato ad un aumento degli enzimi epatici (Alanina amino transferasi o ALT, aspartato transaminasi o AST, fosfatasi alcalina o ALP e bilirubina totale); l’ipoperfusione causa distruzione della barriera mucosa intestinale con conseguente batteriemia, elevata circolazione di endotossine batteriche, sepsi, risposta infiammatoria sistemica ed insufficienza multi organo. Si ha anche rabdomiolisi ed aumento di creatinchinasi (CK) e AST, emoconcentrazione, trombocitopenia, danno a livello di cellule endoteliali dei vasi sanguigni con conseguente coagulazione intravasale disseminata, formazione di trombi ed insufficienza multi organo. La produzione di lattati può portare ad acidosi metabolica. A livello di sistema nervoso centrale, si ha edema cerebrale e morte neuronale, con conseguente stato stuporoso o coma, crisi convulsive e morte dell’animale.

In questi casi deve essere tempestivo l’intervento del medico veterinario. La temperatura va abbassata usando acqua fresca, non ghiacciata, piastre eutettiche (siberini) avvolti in stoffe e messi a livello inguinale ed ascellare. La temperatura va abbassata fino a 39,3 e non oltre, altrimenti si potrebbe causare ipotermia. Importante è la fluidoterapia di supporto per ovviare all’ipovolemia e per ristorare i valori degli elettroliti, il pH, la pressione venosa centrale. L’ossigenoterapia è utile quando si hanno difficoltà di respirazione per cause legate alle alte vie aeree; in caso di edema della laringe ed ostruzione delle alte vie aeree la terapia cortisonica ed eventualmente l’induzione dell’anestesia generale dovrebbero essere prese in considerazione. Un antibiotico ad ampio spettro (non nefrotossico) andrebbe somministrato per contrastare la batteriemia.

Se l’intervento del veterinario è tempestivo, entro 90 minuti dall’inizio del colpo di calore, la prognosi è favorevole. La prognosi rimane riservata per le prime 24 ore, se l’animale sopravvive alle 48 ore di ospedalizzazione, normalmente la prognosi è favorevole. Si possono tuttavia avere danni permanenti a livello renale, epatico e di sistema nervoso centrale.

Per prevenire il colpo di calore, è opportuno portare i cani a fare la passeggiata nelle prime ore del mattino o verso sera, quando le temperature non sono così alte. La limitazione dell’attività fisica contribuisce a non favorire l’innalzamento della temperatura corporea. Avere sempre a disposizione dell’acqua, non lasciare il cane al sole e, in città, cercare di evitare l’asfalto che permane molto caldo anche durante le prime ore serali, sono le precauzioni da adottare quotidianamente per il benessere de nostro cane. Evitate inoltre di lasciare i cani in macchina, anche con i finestrini abbassati!

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